Il precedente articolo si è focalizzato sulla dimensione spaziale dell’orientamento spazio-tempo. In questo articolo invece si focalizza sulla dimensione temporale, ovvero la capacità dei bambini di organizzare il loro tempo. Innanzitutto serve dare una definizione al concetto “tempo”: lo scorrere ordinato degli eventi. Questo concetto si sviluppa dopo quello spaziale. Uno dei motivi è il fatto che il tempo non si vede, ma si percepisce. Alcuni esempi possono essere il passare del tempo, ma anche il ritmo del corpo. Per permettere ai bambini di percepire il tempo, è richiesta un’adeguata sensibilità motoria.
L'organizzazione di un sistema temporale inizia a manifestarsi sin dalla fase dell'intelligenza senso-motoria ovvero sin da poco dopo la nascita. La gestione del tempo avviene soprattutto in relazione ai bisogni del bambino, come il bisogno di mangiare o di dormire. Man mano che il bambino si sviluppa, questa organizzazione avviene sempre di più per successione, in base all'attesa necessaria per ottenere un risultato. Quando invece il bambino inizia a parlare, i bambini sviluppano la concezione della duplice direzione del tempo, ovvero il passato e il futuro. Inoltre comprendono l’aspetto relativo al tempo, ovvero che ciò che viene indicato come “domani” si trasformerà in “oggi”.
La scuola gioca un ruolo importante sullo sviluppo della concezione temporale, in quanto presenta una successione di attività organizzate in modo rigida. Le mattine vengono divise in due parti divise dall’intervallo e prima del pomeriggio c’è la pausa pranzo.
A scuola, i bambini iniziano a conoscere l’orologio, imparano che un minuto dura 60 secondi e che ogni ora è composta da 60 minuti. Questi numeri sono informazioni spesso imparate a memoria, caratterizzate da una mancanza della vera e propria concezione del tempo. Un primo esempio è la difficoltà riscontrata nella lettura dell’orologio analogo. I bambini sono abituati a leggere quello digitale, che richiede una sola lettura ma non rappresenta il tempo passato (i minuti che sono passati dopo l’ora intera) e il tempo che verrà (i minuti che mancano prima della prossima ora intera). La mancanza di interpretazione delle lancette dell’orologio crea una difficoltà nella concezione del tempo, il che ci porta al secondo punto di difficoltà: spesso, i bambini non sono in grado di stimare la durata del tempo, non sanno indicare quanto durano 5 minuti. Questa mancanza incide negativamente sulle capacità organizzative. Se pensiamo alla pianificazione dei compiti, un bambino che non sa stimare il tempo, non sa stimare quanto tempo possa impiegare per svolgere le operazioni di matematica. Si possono verificare due esiti: il primo è il bambino che gioca dopo aver completato i compiti. Questo bambino, che non sa stimare il tempo che gli serve, si trova di fronte a delle frustrazioni perché pensa di dover attendere meno prima di poter giocare. Invece, i bambini che dopo scuola giocano prima di fare i compiti, senza essere in grado di farsi un’idea del tempo necessario per finire tutto, potrebbero giocare “troppo”, lasciando troppo poco tempo per l’esecuzione dei compiti.
Questa difficoltà nella concezione del tempo diventa ancora più evidente quando un bambino è impegnato in attività che gli interessano. Un classico esempio è quello dei videogiochi. Spesso i bambini hanno un tempo massimo che possono dedicare a questo tipo di gioco. Essi comprendono questo concetto teorico, ma nella pratica faticano a rispettare il tempo concordato: non si rendono conto del passare del tempo.
La concezione del tempo non è solo importante perché permette al bambino di organizzarsi meglio e di capire meglio la divisione in fasi della giornata di routine, è un concetto fondamentale per l’apprendimento. Durante le lezioni di matematica viene spesso ripreso il tema dell’orologio per spiegare le frazioni, ma per un bambino che non ha ben chiara la lettura dell’ora, la comprensione delle frazioni diventerà ancora più difficile.
Ai bambini, sin da piccoli, serve essere consapevoli del tempo, di sapere che esistono orari che sono decisivi (alla scuola d’infanzia il bambino sa se la mamma viene a prenderlo prima del pranzo o dopo la nanna). Questi orari, momenti di riferimento, aiutano il bambino a capire la routine della giornata e formano la base per gli apprendimenti alla scuola primaria. È fondamentale che i bambini imparino a leggere l’orologio analogo, in questo modo viene reso visibile lo scorrere del tempo.