I figli vanno preparati al mondo esterno, ma come?

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Come gestiscono i genitori i “pericoli” nella vita dei loro figli? In una famiglia equilibrata, uno dei genitori ha il ruolo più protettivo verso i figli, mentre l’altro lascia i bambini un po’ più liberi e non si focalizza troppo sui pericoli quotidiani. Essi stimolano i bambini a scoprire il mondo e non si preoccupano troppo quando ci sono dei rischi. Storicamente il ruolo più protettivo “appartiene” alla mamma, invece il papà conduce col figlio attività più dinamiche e “rischiose” (pensiamo ad esempio all’arrampicarsi sugli alberi). Per la crescita dei bambini è importante che questi ruoli siano in equilibrio, in modo tale che da un lato possano avere una persona che dà le regole e che gli ricorda i pericoli (per esempio quando giocano per strada) e dall’altro una figura che non prende le regole troppo rigidamente e che lascia un po’ di spazio per sperimentare autonomamente il cosa significa farsi male o dover risolvere dei problemi sociali.

Nella coppia di genitori non importa chi ha quale ruolo, perciò anche la mamma può stimolare i bambini a sperimentare e il papà potrebbe essere più protettivo. L’importante è che questi due ruoli siano pesenti nella vita del bambino.

Se entrambi i genitori rivestono il ruolo protettivo, il bambino viene preparato troppo poco per la “vita reale” in cui si possono verificare delusioni e dove viene richiesto da parte della persona (in età adolescenziale o giovane adulto) di risolvere certe questioni.

Ma anche la situazione opposta (due genitori che stimolano la sperimentazione) non aiuta il bambino a svilupparsi come persona preparata per il “mondo” in quanto hanno bisogno di un adulto che dà dei limiti (attraverso le regole) e aiuta il bambino a riconoscere i pericoli.

Possiamo allora riassumere il ruolo del genitore in due compiti indispensabili. Il primo è quello di far crescere il figlio in un mondo sicuro, dove il genitore è disponibile nel momento in cui il figlio si trova in difficoltà. La seconda responsabilità del genitore è preparare il figlio al mondo esterno, che non è sempre un mondo sicuro, può essere pieno di richieste e difficoltà. Il figlio deve saper gestire questo mondo, perciò proteggerlo soltanto non è un aiuto per affrontare le difficoltà future. I bambini devono sperimentarsi sin da piccoli per imparare a leggere e stimare il livello di pericolo e difficoltà delle diverse situazioni. Per poter fare ciò innanzitutto devono avere lo spazio per sperimentarsi, il genitore deve promuovere questa spinta alla sperimentazione, anzi deve spingere il figlio a fare. Perché i “pericoli” del mondo reale non si possono imparare leggendo o sentendo parlare di certe cose, si impara strada facendo, che significa fare, pensare e decidere da solo (in fasi adatte all’età del bambino).

I bambini che crescono in un ambiente troppo protettivo, spesso crescono in modo felice ma si trovano in difficoltà quando raggiungono l’età di giovane adulto, e gli viene richiesto di prendere delle decisioni e di affrontare alcune difficoltà. Un’infanzia troppo protetta è uno dei fattori per cui tanti giovani adulti affrontano un percorso terapeutico per gestire delle difficoltà riscontrate nel mondo reale.

Per aiutare al meglio i figli, i genitori devono trovare un equilibrio nella suddivisione dei ruoli. È importante che si parli solo dei ruoli protettivi e sperimentativi. Per quanto riguarda le regole è indispensabile che i genitori applichino le stesse regole, altrimenti il bambino chiederà sempre al genitore meno rigido cose che l’altro genitore non avrebbe mai approvato. Gli orari per andare a dormire applicati, la quantità di paghetta, ecc. devono essere applicati in modo uguale da entrambi i genitori.

Non è facile preparare un figlio per il mondo esterno, ma quando si collabora metà del lavoro è già stato fatto!

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