La scuola è iniziata ormai da settimane, e una delle cose in cui fanno più fatica i bambini e i ragazzi è ricominciare ad andare a letto presto e riacquisire un ritmo sonno-veglia adatto ai nuovi impegni scolastici.
La “Sleep Foundation” offre indicazioni molto chiare in proposito: in media un bambino di età compresa tra i 3 e i 5 anni dovrebbe dormire non meno di 10-13 ore, un bambino dai 6 ai 10 anni non meno di 9-11 ore e i bambini tra gli 11 e i 13 anni non meno di 8-9 ore.
Il sonno è un bisogno primario per tutti gli animali, uomo compreso, e in particolare per i bambini, che sono ancora in fase di sviluppo. Mente dormiamo, infatti, il nostro organismo non si ferma, ma avvengono numerosi processi fondamentali, tra cui, ad esempio, la rigenerazione cellulare e il rafforzamento delle connessioni tra i neuroni del cervello.
COSA SUCCEDE QUANDO SI DORME POCO?
- EFFETTI COMPORTAMENTALI: i bambini diventano facilmente iperattivi e aggressivi, con scarso autocontrollo;
- EFFETTI EMOTIVI: aumento di ansia, irritabilità, stress e senso di inquietudine;
- EFFETTI SULLE FUNZIONI ESECUTIVE: scarsa autonomia e difficoltà nell’organizzarsi, poca concentrazione e creatività, ridotta capacità di astrazione, poca memoria;
- EFFETTI RELAZIONALI: le difficoltà nel controllo del proprio comportamento possono causare problemi nella relazione con i pari e con gli adulti.
LA RELAZIONE SONNO-APPRENDIMENTO
Diversi studi hanno dimostrato la relazione tra sonno e apprendimento. Innanzitutto, e molto intuitivamente, un organismo stanco ha meno risorse a disposizione da dedicare alle attività in cui è impegnato, soprattutto in termini di attenzione, concentrazione e controllo del comportamento. Secondariamente, durante il sonno, nel cervello avviene una sorta di “registrazione” di quanto è avvenuto durante la giornata; in questo modo, le connessioni tra neuroni che sono state molto utilizzate, ad esempio in una mattina scolastica per leggere o per fare dei calcoli, vengono potenziate.
Il risultato di questi processi notturni è un miglioramento della memoria e un’automatizzazione delle funzioni su cui ci si esercita molto.